Diabolik (2021) – Recensione

Data di uscita: 16 Dicembre

Anno: 2021

Genere: Azione, Poliziesco, Giallo

Regia: Manetti Bros.

Attori: Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea

Durata: 133 min.

Sinossi: Dal famoso fumetto di Angela Giussani, le avventurose vicende di Diabolik, un ladro spietato che si scaglia contro banche, famiglie benestanti e persone che si sono arricchite in modo illecito, derubandole senza pietà.

Recensione: Diabolik omonimo fumetto italiano delle sorelle Giussani arriva nelle sale italiane grazie ad un film dei Manetti Brothers, per dimostrare come il cinema italiano stia seguendo una nuova direzione sempre sui generi sempre fuori linea da quelli classici e tradizionali che hanno contraddistinto la commedia all’italiana.

Assistiamo ad una reinterpretazione fedele dell’incontro tra Eva Kant (Miriam Leone) e Diabolik (Luca Marinelli) avvenuto nel terzo album della serie, la presenza inoltre del grande Ispettore Ginko (Valerio Mastrandrea) non può che dare un taglio al giallo molto dinamico e sempre accompagnato in primo piano dai momenti di ricerca ossessiva di Diabolik alternati ad altri come inseguimenti, riflessioni, interrogatori, deduzioni.

La colonna sonora del film è stata curata dal Musicista e frontman degli Afterhours Manuele Agnelli con il suo nuovo singolo. “La profondità degli abissi” singolo accompagnato in quest’ultimo album dalla canzone “Pam Pum Pam”uscito i primi di dicembre dello scorso anno.

Il film si presenta per quello che è ovvero un giallo, un giallo non troppo nuovo dai grandi canoni del giallo poliziesco classico ma che allo stesso tempo si proietta in un ambito di finzione narrativa data dal fumetto che fa funzionare e scorrere il film in modo piacevole e immersivo allo spettatore. Il ladro gentiluomo o invece il ladro diavolo come quest’ultimo ha mille volti, maschere in lattice, gadget da 007, capelli all’indietro pieni di Gel, un vestito nero per confondersi nell’scurità della notte è un Diabolik molto più credibile che sembra effettivamente uscito dai fumetti.

Si può dire lo stesso della incredibile caratterizzazione di Eva Kant, abbandonando lo stereotipo della femme fatale si approda al rovesciamento della condizione femminile di passività e di peso ma anzi potremo dire tranquillamente che i riflettori della narrazione sono incentrati su di lei come fari che non smettono mai di perdere la loro bionda luce, il vero tipo di donna che ci potremmo aspettare da un film che esalta il pieno coinvolgimento della donna che salva l’uomo dalle complicazioni della vita. La storia del diamante serve per coprire il vero “matrimonio” o passaggio della protagonista dalla parte del ladro diventando la sua complice che l’accompagnerà nei prossimi due sequel annunciati.

Questo film che funziona anche con i non appassionati del genere e del fumetto, ma che semplicemente vanno al cinema per gli attori oppure per apprezzare la novità dichiarata di un cinema che si profila sul punto di vista dei generi come un punto di svolta nella storia del cinema italiano, ripensato innanzitutto dal cast abbastanza da di basso profilo mediatico, da una regia di qualità come quella dei Mainetti Brothers, dei posti dalla bellezza sconosciuta che spaziano dalla valle d’Aosta per la parte iniziale passando per Milano , bologna, Ravenna e infine Trieste.

Luigi Cecili

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